Gal Nuovo Fiord d'Olivi

Il gruppo di azione locale (GAL) è un partenariato pubblico-privato costituito con lo scopo di favorire lo sviluppo locale di un’area rurale. I GAL elaborano il piano di azione locale (PAL) e gestiscono i contributi finanziari erogati dal FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). Per realizzare il PAL, il GAL dispone di fondi nell’ambito del programma d’iniziativa comunitaria LEADER.
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Nel periodo di programmazione 2014-2020, il metodo LEADER è stato esteso ad altri tre fondi europei, assumendo la denominazione più generale di “Sviluppo locale di tipo partecipativo” (CLLD): Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP); Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR); Il Fondo sociale europeo (FSE). Il GAL è, in sintesi, uno strumento di programmazione che riunisce tutti i potenziali attori dello sviluppo (quali sindacati, associazioni di imprenditori, imprese, comuni, ecc.) nella definizione di una politica con approccio “bottom-up”. Attraverso il progressivo consolidamento delle logiche programmatorie e decisionali partecipate e condivise previste dal LEADER, vengono favoriti percorsi ed atteggiamenti innovativi e, comunque, propulsori di effettivo cambiamento nell’ambito della sfera pubblica locale, del mondo imprenditoriale e della collettività, con conseguente emersione e valorizzazione di nuovi attori e nuove relazioni e l’affermazione di modelli locali di sviluppo orientati alla valorizzazione delle risorse e delle opportunità presenti nel territorio. L’area interessata dalla SSL del Nuovo Fior d’Olivi ricade nei territori amministrativi di 7 comuni: Binetto, Bitonto, Giovinazzo, Grumo Appula, Modugno, Palo del Colle, Terlizzi. Secondo la suddivisione del PSR Puglia, i comuni di Terlizzi, Bitonto, Grumo Appula e Palo del Colle appartengono alla macro area C “Aree rurali intermedie” pari allo 81,12% dell’intera area GAL i comuni di Giovinazzo, Modugno e Binetto rientrano nella macro area B “Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (18.88%). Il territorio interessato dal PAL si estende su una superficie di 498,77 Kmq, pari al 4,18 % della superficie totale regionale. Tutto il territorio coinvolto dal PAL appartiene omogeneamente alla provincia di Bari. La superficie totale del GAL ricade per 94.19 km2 in area B pari al 18,88% della superficie locale e 404,58 Km2 in area C pari all’81,12% della superficie locale. Dall’analisi delle zone altimetriche risulta che due soli dei 7 comuni facenti parte dell’area interessata sono classificati come pianeggianti (Giovinazzo e Modugno), i restanti sono classificati come “collina interna”. Mentre solo il comune di Giovinazzo è “Litoraneo”, ovvero all’incirca il 8,8% dell’intera superficie dell’area.

TERRITORIO

Il Gal Nuovo Fior d’Olivi è l’agenzia di sviluppo al servizio dei Comuni di Bitonto, Giovinazzo, Terlizzi, Modugno, Palo del Colle, Grumo Appula e Binetto. Si occupa di dare assistenza ad imprese e cittadini nell’avvio e nello sviluppo di attività volte a favorire l’economia del territorio e l’incremento occupazionale. Oltre a gestire le azioni e gli interventi previsti nel Piano di Azione Locale (PAL), il Gal Nuovo Fior d’Olivi fornisce assistenza per l’accesso a tutti i finanziamenti nazionali, regionali e comunitari. Il Gal lavora anche per costruire, insieme a tutti gli operatori del settore, la migliore strategia di sviluppo territoriale.

BITONTO

Municipio romano attraversato dalla via Traiana, Bitonto fu in origine un centro peucetico che ebbe splendore nel secolo IV a.C. In epoca medievale fu saccheggiata dai Bizantini per poi risorgere nel secolo XI. Città libera fino al 1317, in epoca moderna divenne feudo di diversi signori. Il 26 maggio 1734 fu teatro di un’importante battaglia che mise fine alla dominazione austriaca nel Mezzogiorno.
Il centro storico ha un nucleo medievale a pianta trapezoidale che si affaccia a sud sulla sponda di una lama. In esso trovano felice sistemazione alcune costruzioni rinascimentali e barocche come ad esempio il palazzo Sylos Labini (del ‘400 con portale gotico – catalano e loggia con bassorilievi rinascimentali), il palazzo Regna e le residenze signorili dei Sylos Calò e Sylos Sersale.
La cattedrale di Bitonto è uno degli esempi più significativi dell’architettura religiosa del medioevo pugliese: costruita ad imitazione del tempio nicolaiano di Bari, è dedicata alla Vergine e a S. Valentino ed è datata tra il 1175 e il 1200. Pregevolissimi all’esterno la facciata con ricco protiro e rosone, e gli esaforati sui fianchi nord e sud dai capitelli a stampella scolpiti con decorazioni vegetali e animali secondo il codice del bestiario medievale.
L’interno conserva lo splendido ambone di Nicolaus sacerdor et magister. Sotto la navata centrale è allestito un suggestivo percorso di visita che documenta l’esistenza di un precedente edificio di culto adorno di affreschi e di mosaici, come quello raffigurante un grifo, visibile anche attraverso una botola al centro della navata della chiesa.
Il territorio, coltivato ad oliveti, vanta numerose chiese rurali medievali spesso con torre annessa: S. Croce, Torre Cela, S.Gregorio, S.Demetrio, S. Eugenio, S. Maria di Cesano, S. Aneta, Torre S. Croce, S.Eustachio, probabili testimonianze di antichi casali oggi scomparsi.
Interessante il patrimonio museale della città di Bitonto (il museo diocesano, il museo archeologico, il museo civico) degno di nota è la Galleria Nazionale ‘Girolamo e Rosaria Devanna’; è la prima galleria nazionale di arte moderna di Puglia. Le opere provengono dalla collezione donata nel 2004 dai collezionisti bitontini Girolamo e Rosaria Devanna, la quale raccoglie 229 dipinti e 108 disegni attribuiti ad importanti artisti italiani e stranieri, databili tra il XVI ed i primi del XX secolo. Sono attualmente esposti 166 dipinti suddivisi in cinque sezioni, nella cornice del rinascimentale palazzo Sylos-Calò (di cui sopra).
Dall’ultima settimana di settembre alla terza di ottobre Bitonto festeggia i SS Medici di cui custodisce le reliquie. . Moltissimi fedeli residenti nei centri vicini partecipano alla processione, culmine della festa, dopo aver raggiunto Bitonto a piedi Bitonto a piedi e baciando le statue dei Santi. Contemporaneamente ha luogo una fiera di prodotti tipici enogastronomici, come la focaccia e il sedano (“fecazze e äcce).
La Settimana Santa è un rito importantissimo a Bitonto. Particolarmente sentiti dalla popolazione cittadina sono il rito dei sepolcri (re sêbbùlche, in dialetto bitontino) il giovedì notte, e la suggestiva processione del Venerdì Santo.
Bitonto viene altrimenti detta “Terra di Ulivi”. Fondamentale “ingrediente” del patrimonio rurale bitontino è la produzione dell’olio extravergine d’oliva Terra di Bari DOP di Bitonto ricavato dalla varietà di Olivi “Cima di Bitonto”

BINETTO

Binetto (Venétte in dialetto locale) è un comune italiano di 2.225 abitanti. Alcuni reperti archeologici rinvenuti nel 1908 attesterebbero che il territorio binettese era popolato sin dal IV-V secolo a.C.. Il casale di Vinetum (in latino “vigneto”), fondato presumibilmente in epoca altomedievale e oggetto di devastazioni ad opera dei saraceni, nell’XI secolo ebbe come feudatario un certo Umfredo, probabilmente imparentato con Tancredi d’Altavilla, che lo dotò di fortificazioni. Nel 1181 ne era feudatario Roberto de Benetto, che pagava alla corona 260 once d’oro, e nel 1199 Ruggiero di Binetto, giustiziere imperiale. Nel 1268 il feudo venne ceduto da Roberto d’Angiò a Roberto da Bari. In seguito passò alle famiglie Nicastro e Moncello, prima di essere donato al barone Cristoforo D’Angelo nel 1507. Nel 1592 venne venduto a Baldassarre Caracciolo che lo trasmise ai suoi eredi e poi alla famiglia Carafa sino al 1650, quando fu venduto al casato De Angelis. Ultimi feudatari furono i d’Amely, dalla fine del Settecento al 1806, quando la feudalità venne abolita in tutto il Regno di Napoli. Nel 1799, su influsso della rivoluzione napoletana, vi fu innalzato l’albero della libertà. Libero comune nel 1811, nel 1820 vi ebbe sede una vendita carbonara. Nel 1927 il comune di Binetto venne soppresso e aggregato a quello di Grumo Appula. L’autonomia amministrativa fu riottenuta solo nel 1946 su iniziativa dell’avvocato Vito D’Attolico. La chiesa dell’Assunta, edificata tra il 1198 e il 1203, presenta gli elementi architettonici tipici del romanico pugliese, con una spoglia facciata a capanna munita di tre portali con archi a tutto sesto e di un semplice oculo in corrispondenza del portale centrale. Nelle nicchie lungo la fiancata sinistra sono collocate alcune statue in pietra. L’interno, a tre navate absidate, è scandito da pilastri in conci di pietra che reggono la volta a crociera della navata centrale. L’originaria pianta rettangolare è stata alterata da manomissioni tarde, quali la costruzione di alcune cappelle laterali e la riedificazione del presbiterio nel Settecento. Vi sono custoditi un fonte battesimale cinquecentesco, un’acquasantiera e alcuni affreschi databili tra il XIV e il XVII secolo. Nel territorio comunale si trova anche l’autodromo del Levante, in cui si svolgono soprattutto gare motociclistiche.

GIOVINAZZO

Giovinazzo è ricordata in età romanica col nome di Iuvenis Netium, città fortificata costruita per accogliere i profughi della peucetica Netium, a testimonianza della fondazione del primo nucleo abitato, un dolmen, 2 km fuori dal centro abitato sulla strada per Terlizzi. Distrutta durante le guerre puniche. Sede vescovile dal V secolo, fu un grosso centro mercantile durante tutto il medioevo. Decisamente interessante è il centro storico che si arrocca su un piccolo promontorio proteso verso il mare: cinto di fortificazioni risalenti al XV secolo, conserva all’interno numerose testimonianze monumentali soprattutto medievali ma anche rinascimentali e barocche. La cattedrale del XII secolo ha subito trasformazioni nel 1747. Della costruzione romanica sopravvive parte del transetto (al di sotto del quale sono state ritrovate tracce dell’originario pavimento musivo, in parte visibile) e dell’area absidale che all’esterno si presenta chiusa tra due campanili di cui uno conserva le forme primitive grazie ad un restauro “in stile” del primo Novecento, mentre l’altro fu rifatto sul finire del Seicento. Edifici di epoca rinascimentale all’interno del borgo antico sono Palazzo Ducale, Palazzo Saraceno e Palazzo Donnanno con basamento a bugne. Di particolare bellezza il porto dei pescatori collocato in una cala naturale a nord – ovest del borgo antico.  E’ interessante sottolineare le caratteristiche comuni delle cattedrali di Bitonto e Giovinazzo. Più di tutte sicuramente è lo stile delle maestranze locali che fra l’XI e il XIII secolo, raccoglievano elementi sia dalla tradizione bizantina e musulmana che di quella longobarda – carolingia. Comune anche il materiale di costruzione e dei fregi ornamentali: conci di pietra calcarea che il suolo e il sottosuolo dell’area d’interesse fornisce generosamente

TERLIZZI

La floricoltura e la produzione di ceramiche sono le principali attività economiche di Terlizzi. L’antica Turricium (città munita di torri) fu una civitas intorno al 1130 per poi divenire in seguito feudo normanno. Delle fortificazioni che dovevano cingere la città sopravvive solo una torre situata nella centrale piazza Cavour. La Cattedrale del XIII secolo fu distrutta nel 1782: di essa si conserva solo un ricco portale inglobato nella chiesa del SS. Rosario. Sulle fondamenta dell’antica chiesa  matrice si ricostruì il nuovo duomo in forme massicce tra il 1783 e il 1872. La Chiesa di Santa Maria Nuova è di notevole interesse artistico. La storia di questa chiesa, costruita ai primi del ’500, si intreccia da un lato con quella dei Frati Minori Osservanti, dall’altro con il locale patriziato che la elevò a proprio pantheon, erigendovi lussuose cappelle gentilizie quasi a consacrare un dichiarato bisogno di eternità. Ha pianta basilicale a tre navate. Restaurata nel 1619 conserva iscrizioni lapidarie, stemmi e pregevole pulpito ligneo del 1714 e due altari settecenteschi dedicati all’Immacolata e al SS. Rosario. È leggendario il rinvenimento, poco dopo l’Anno Mille, in una grotticella del Sovereto, a 3 km da Terlizzi, di una sacra icona bizantina raffigurante una Vergine Nera con il Bambino, più conosciuta sotto la denominazione di “Madonna di Sovereto”, divenuta poi patrona della città. Della chiesa primitiva è rimasta intatta l’abside d’epoca medievale con monofora a spina di pesce, mentre nell’atrio compreso fra il santuario e gli edifici adiacenti si possono ammirare testimonianze epigrafiche ed eleganti bifore. Sono, inoltre, presenti degli stucchi rococò che rivestono le pareti e incorniciano archi e finestre. Sovereto, territorio di ritrovamento della Vergine, si trova fra Terlizzi e Bitonto. Nacque la contesa per l’appartenenza dell’icona tra le due città. Si lasciò il giudizio alla Provvidenza, ponendo l’icona su un carro al bivio tra le due cittadine, guidato da due buoi provenienti dalle due città. La leggenda racconta che al bivio, il bue di Terlizzi accecò quello di Bitonto con una delle due corna, portando il carro a Terlizzi. A partire dal XVIII secolo si commemora l’evento costruendo un Carro Trionfale alto 22 metri, completamente in legno, che viene portato per le strette e tortuose vie della città, mosso a spinta dai fedeli e guidato da 4 timonieri vestiti con abiti del Settecento.  Tipico del terlizzese è la coltivazione, la raccolta e l’essiccazione della “cicerchia” legume molto resistente alla siccità, il cosiddetto “cibo dei poveri”. A settembre si festeggia la sagra del “pizzarello, delle olive e delle cicerchie”

MODUGNO

Modugno (Medùgne in dialetto locale) è un comune di 38 448 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia, a pochi chilometri a sud-ovest dal capoluogo, a partire dagli anni sessanta, con la costruzione della zona industriale di Bari che occupa la parte nord del territorio comunale, ha sostituito la tradizionale vocazione agricola per diventare un centro manifatturiero caratterizzato da un rapido sviluppo economico e demografico. Il suolo è di natura calcarea ed è interessato da fenomeni carsici. Il carsismo pugliese è causa della quasi totale assenza di corsi d’acqua superficiali in quanto il terreno calcareo non è impermeabile. Altri fenomeni carsici caratteristici del territorio modugnese sono la formazione di grotte sotterranee e le lame. Dal punto di vista idrogeologico, la città di Modugno sorge sullo spartiacque tra i bacini di lama Balice (in particolare il ramo noto come lama Misciano) che scorre a Nord dell’abitato e la lama Lamasinata che ne interessa la porzione meridionale in direzione di Bitritto. In conseguenza della sua posizione di spartiacque, non si segnalano elevati pericoli relativi al rischio di inondazione Lo stemma di Modugno rappresenta “un cardo selvatico con tre fiori, radici esposte e quattro foglie, dominante in campo azzurro su scudo sormontato da corona merlata Oltre a numerose chiese, edifici di culto e palazzi storici, particolarmente importante per la città è il Casale di Balsignano. A sud-est dell’abitato di Modugno, verso Bitritto si trovano i resti del casale fortificato, attestato dal 962: dopo il saccheggio ad opera dei saraceni nel 988, venne ricostruito e nel 1092 donato ai benedettini di Aversa, che lo cedettero poi a diversi feudatari. Nel 1526 fu distrutto definitivamente durante lo scontro tra angioini e aragonesi che si contendevano il possesso del regno di Napoli. Del casale si conservano le mura, una costruzione munita di torri e le chiese di San Felice (XI secolo), con pianta a croce greca, cupola e tamburo ottagonale, e Santa Maria di Costantinopoli (XIV secolo), con lacerti di affreschi di scuola senese. Nei pressi del casale sono stati rinvenuti i resti di un insediamento neolitico del VI-V millennio a.C.

PALO DEL COLLE

Palo del Colle (Pàle in dialetto palese, anticamente designata con Terra di Palo[2], fino al 1863 chiamata Palo) è un comune di 21 451 abitanti situato a circa 17 km dal capoluogo pugliese. Unico nella zona, il centro abitato insiste su un colle alto 177 m s.l.m. dominato dal settecentesco Palazzo Filomarino Della Rocca, dall’edificio della chiesa matrice Santa Maria La Porta e dal trecentesco campanile in stile romanico pugliese, tra i più imponenti e maestosi di Puglia, indicato dai Palesi con il nomignolo: u Spiàune (“lo Spione”). La messe di ritrovamenti nel territorio (costituiti prevalentemente da tombe con il loro corredo funerario), dovuti agli archeologi Paolo e Lorenzo Cassalbini, sembra avvalorare l’origine pre-romana dell’abitato, plausibilmente da ascriversi a popolazioni italiche piuttosto che a coloni provenienti dalla Grecia. Alla presenza tali insediamenti è stato ricondotto l’antroponimo Palionenses, citato nella Naturalis historia da Plinio il Vecchio tra gli antichi abitanti della Regio II. Secondo lo storico Cirielli, tale antroponimo andrebbe invece ricondotto al toponimo Palìon, mutato in epoca romana in Palium e poi in Palum. Palo del Colle è ricca di monumenti e luoghi di interesse, in particolar modo palazzi nobiliari. La città è famosa per il Palio del viccio che vi si svolge il martedì grasso.  

GRUMO APPULA

Grumo Appula (Gréume in dialetto locale, Grumum in latino) è un comune  di 12 709 situato a sud-ovest dal capoluogo a circa 16 km. Come superficie è uno tra i comuni più grandi della città metropolitana di Bari. È stato, fino a qualche tempo fa, caratterizzato da un’economia basata prevalentemente sull’agricoltura. L’abitato si impernia su un nucleo medievale di forma subcircolare. Nel 2005 ha ricevuto il titolo onorifico di Città per mezzo del Decreto del Presidente della Repubblica e nel 2011 ha ricevuto il titolo di “Città Garibaldina”. Nel suo stemma, rappresentato da uno scudo sannita sormontato dalla corona di “Città” e decorato con gli ornamenti dorati, campeggia la quercia nella partitura di sinistra, mentre in quella di destra figurano tre mezzelune, una in campo rosso e due in campo blu; l’interpretazione di queste ultime resta difficoltosa. Sebbene possano essere istintivamente associate agli arabi, che pure per un ventennio, agli inizi dell’XI secolo, tennero Bari e zone limitrofe, va fatto presente che la mezzaluna campeggiava sin da tempi remoti sulle insegne degli eserciti Romani da cui, peraltro, gli stessi arabi ne mutuarono l’uso. In considerazione di questo, le mezzelune che campeggiano sull’arma di Grumo, in mancanza di fonti attendibili, non possono essere, ad oggi, attribuite con certezza all’influenza degli uni o degli altri dominatori succedutisi nei secoli. Lo scudo presenta nella parte inferiore due rami, uno di quercia e uno di ulivo, tenuti insieme da un fiocco tricolore. Di grande importanza a Grumo Appula sono le feste patronali di San Rocco e di Maria di Monteverde che ricorrono rispettivamente nel mese di settembre e maggio.  Degna di nota è la festa della Madonna di Mellitto che si svolge in estate. Nei giorni di festa, per le vie del paese, si tiene una processione nella quale sono presenti, oltre che la statua della Madonna di Mellitto, anche carri realizzati con fiori di carta. Questi carri, che raffigurano figure religiose, sono trainati da cavalli. Il mattino seguente alla processione in paese, la statua della Madonna e i carri vengono portati, accompagnati da molti fedeli, nella frazione di Mellitto, distante circa 9 km dal centro cittadino. Altra festività importante è il Festival dei Tammurr, nato nel 1969 e che si svolge anch’esso nei mesi estivi. Durante i giorni di festa si esibiscono per il paese vari gruppi folkloristici internazionali assieme alle basse bande, piccoli gruppi di musicisti che di solito aprono le processioni. La notte dei fornai (anche chiamata “Farin ca’tremb”) è una tradizione di questua con squadre di suonatori e cantanti che girando per la città al suono di fisarmoniche e chitarre, nella notte tra il 23 e 24 dicembre, portano di casa in casa il suono della “Pastorale” e delle canzoni tipiche natalizie.  

Intervista ad Antonio Saracino, Presidente GAL Nuovo Fior d’Olivi

Presidente quali sono gli obiettivi strategici?

Favorire l’offerta di turismo responsabile ed esperienziale sostenendo processi di creazione e sviluppo di imprese. Al fine di raggiungere questo obiettivo specifico sono stati individuati e dimensionati appositi interventi destinati alla creazione e allo sviluppo di impresa nei sistemi produttivi locali sostenibili. A connotarli organicamente sono l’alto contenuto innovativo e la capacità di qualificare ed arricchire l’offerta di viaggio esperienziale e la conoscenza delle culture locali. Sostenere la attrattività e competitività del territorio attraverso l’aggregazione d’impresa e la condivisione di spazi e servizi comuni. L’obiettivo trova la sua declinazione nella creazione di un sistema dinamico di interazione tra i sistemi produttivi locali e le comunità che condividono occasioni stabili e strutturate di cross innovation, ambienti collaborativi e spazi promozionali integrati che facilitino l’azione secondo la cultura di rete Migliorare la fruibilità turistica delle risorse territoriali e del patrimonio naturale e culturale. La declinazione di questo obiettivo è scandita dalla realizzazione di interventi per rendere socialmente più fruibili i beni culturali e ambientali nonché gli adeguamenti per ospitare eventi pubblici. Rientra in tale obbiettivo la necessità di integrare e valorizzare gli itinerari a mobilità lenta che legano il territorio ai parchi nazionali e regionali che delimitano l’area GAL. Capitale sociale. Contribuire all’accrescimento delle competenze degli operatori e della comunità locale. Questo obiettivo si traduce in interventi capaci di attivare comunità di pratiche e di apprendimento locale che condividono conoscenze ed informazioni in una logica di apprendimento continuo attraverso la consapevolezza delle proprie conoscenze e di quelle degli altri. Possono essere sia virtuali che fisici. Consistono in incontri, workshop, laboratori e attività dimostrative, visite. La strategia mira ad incrementare l’attrattività del territorio in termini di giovani, imprenditori e visitatori. In particolare la strategia Fior di olivi si rivolge a: giovani che troveranno nella disponibilità degli ambienti e delle misure di supporto allo sviluppo delle idee imprenditoriali, l’occasione per ritornare sul territorio o restarci sviluppando nuove attività economiche; imprenditori che attraverso le collaborazioni intra ed intersettoriali riusciranno a migliorare i servizi turistici e integrare il loro reddito; viaggiatori nazionali ed internazionali, con una particolare propensione al turismo culturale, ambientale ed enogastronomico. Obiettivo generale del piano di azione locale è quello di favorire uno Sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile rafforzando una innovativa offerta integrata di esperienze culturali promossa dalle imprese e dalla intera comunità locale.

Quindi creazione e sviluppo di imprese per un turismo sostenibile e socialmente responsabile?

Lo scopo dell’azione è quello di sostenere il processo di creazione e cambiamento delle imprese locali al fine di migliorare l’offerta di turismo responsabile. Obiettivo del cambiamento è quello di renderle più accessibili (soprattutto per persone svantaggiate), accoglienti per gli ospiti (adeguamento spazi), coinvolgenti nelle attività esperienziali collegate ai prodotti tradizionali aziendali ma anche di servizi che possano favorire la conoscenza delle peculiarità del territorio. Caratteristica del cambiamento aziendale sarà una maggiore attenzione all’aspetto sociale, ambientale, dell’economia locale. Strumento essenziale del cambiamento sarà un adeguamento aziendale all’innovazione tecnologica.

Quali sono le caratteristiche fisiche, infrastrutturali e strutturali del GAL?

Per quanto concerne le caratteristiche ambientali e naturali i dati della Regione Puglia evidenziano che nell’area interessata dal PAL Nuovo Fior d’Olivi la quantità totale di territorio di particolare interesse naturalistico, è pari a 3.181,00 ettari, compreso nel territorio di Bitonto (2184) e di Grumo Appula (997). L’area Nuovo Fior d’Olivi rappresenta un ambito interessante sotto il profilo ambientale e naturalistico soprattutto perché sono in esso presenti due Zone Parco: 1. il Parco Nazionale dell’Alta Murgia (precisamente interessa i Comuni di Bitonto e Grumo Appula). Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia rientra nelle Aree Protette della Regione ai sensi della direttiva comunitaria 92/43/CEE del Consiglio. Murgia Alta, ovvero Parco Nazionale dell’Alta Murgia – è Sito di Importanza Comunitaria/Zona di Protezione Speciale identificato con il codice Sito Natura 2000 – IT9120007. Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è stato istituito con D.P.R. del 10 marzo 2004, come Ente autonomo regolato dalla legge n°394/91. Paesaggio suggestivo costituito da lievi ondulazioni e da avvallamenti doliniformi, con fenomeni carsici superficiali rappresentati dai puli e dagli inghiottitoi. Il substrato è costituito da calcare cretaceo, generalmente ricoperto da calcarenite pleistocenica. E’ presente la piu’ numerosa popolazione italiana della specie prioritaria Falco neunami ed è una delle più numerose dell’Unione Europea. 2. il Parco Naturale Regionale di Lama Balìce istiuito con D.P.G.R. del 14 luglio 1992, n. 352. Il Parco Regionale Lama Balice interessa una porzione dell’omonima lama (incisione carsica), situata alla periferia di Bari nei pressi di Palese-Macchie e nel Nord Barese, caratterizzata dalla presenza di formazioni vegetali xerofile sempreverdi con fragni (Quercus trojana) e querce spinose (Quercus calliprinos), da zone umide di fondo e da masserie di valore storico-culturale.

Quali e dove sono le emergenze naturalistiche?

Altre emergenze naturalistiche: Il territorio di Grumo Appula è caratterizzato da fasce boschive, alcune di rimboschimento con specie mesofite e xerofile e zone aperte steppose a macchia mediterranea e coltivi volutamente in abbandono dove il bosco originario pian piano sta sostituendo mandorli ed ulivi. Va annoverata tra le emergenze naturalistiche la grotta di San Felice, tutelata dalla LEGGE REGIONALE 4 dicembre 2009, n.33 “Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico”, sita in località Casina Servedio alla contrada San Felice. Tra le aree naturalistiche di Modugno si annoverano: la villa comunale di piazza Garibaldi che è stata realizzata nel 1908 nel Votàno, la leggera depressione naturale prossima alle mura occidentali della città. L’area, in origine acquitrinosa, era stata bonificata nel 1855 dal possidente Vito Michele Loiacono, che vi aveva costruito una cisterna (detta in modugnese “pizzacara") dalla quale era possibile emungere l’acqua piovana che vi si riversava. Nel 2000 è stato realizzato un teatro all’aperto, impiegato per manifestazioni culturali. Inoltre degno di nota è il Boschetto. Trattasi di una piccola fetta di macchia mediterranea in una vallata creata da una ramificazione della Lama Lamasinata. Il portale d’ingresso è affiancato da due alti cipressi e, all’interno del Boschetto, c’è un grande caseggiato, detto “la Torre" costruito dalla famiglia Loiacono nell’Ottocento e utilizzato come luogo di villeggiatura: erano presenti viali, siepi, fontane e piscine. Il soggiorno di tedeschi e inglesi durante la seconda guerra mondiale ha danneggiato notevolmente il Boschetto. Oggi il Boschetto è un’oasi di salvaguardia floro-faunistica dove è possibile ammirare esemplari imponenti di quercia e pino, begli arbusti di biancospino e lentisco, e fiori di croco e iris. Si possono anche scorgere merli, fagiani, capinere, passeri e diverse varietà di insetti. Il luogo è precluso alla caccia dal 1980. Il Comune di Binetto sorge nella conca di Bari, sui primi rilievi delle Murge. Palo del Colle: intervallati da vigneti e da mandorleti e frutteti, da macchie mediterranee e alberi ornamentali di alto fusto, principalmente pini. Caratterizzano ulteriormente questo territorio il dolce declinare collinoso da Nord-Est in direzione Sud verso le Murge e la presenza di tre lame, di cui la più importante è denominata Lamasinata.

Quali sono le Strutture e infrastrutture che interessano il territorio?

Il principale asse viario dell’area Nuovo Fior d’Olivi è costituito dalla SS 96 che parte dalla strada statale 7 Via Appia in provincia di Potenza, e prosegue fino all’innesto con la SS 96 bis come strada provinciale. Dopo aver ricevuto il traffico della SS 96 bis la strada diventa statale e prosegue per aggirare i comuni di Grumo Appula e Palo del Colle e ricevere il traffico della strada provinciale 231 (ex strada statale 98 Andriese-Coratina). Quindi interseca l’Autostrada A14 e il tratto in gestione ANAS termina con l’innesto con la strada statale 16 Adriatica. L’autostrada A14 presenta una uscita tra i comuni di Bitonto e Giovinazzo ed una seconda per Modugno.

Parliamo ora di trasporti ferroviari. E non solo…

Per quanto riguarda i trasporti ferroviari, oltre le Ferrovie dello Stato che permettono il collegamento fra i centri maggiori (Foggia, Bari), di fondamentale importanza per il pendolarismo locale è la Bari-Barletta (detta comunemente “Ferrovia Bari Nord”) che ha come capolinea Barletta, e che mette in collegamento il capoluogo con i comuni di Bitonto e Terlizzi (oltre che di Sovereto). La Regione Puglia, nell’ambito degli investimenti previsti dal PO FESR Asse VII, ha realizzato i seguenti interventi infrastrutturali sulla porzione di rete ferroviaria, rientrante nell’area Nuovo Fior d’Olivi: 1. Ammodernamento della linea ferroviaria: intervento di adeguamento e potenziamento della Linea Bari C.Le – Fesca – Bitonto. 2. Risanamento conservativo e adeguamento alle norme di sicurezza della stazione di Terlizzi. Relativamente ai trasporti su lunga rotta (porti e aeroporti), l’approdo di riferimento dell’area è il porto di Bari, mercantile, commerciale e turistico che effettua collegamenti giornalieri con i Balcani Occidentali (Croazia, montenegro, Albania), la Grecia e la Turchia. L’aeroporto di riferimento è quello di Bari Palese, a pochi chilometri, collegato da metropolitana di superficie, che presenta diversi voli di linea con le principali città italiane, oltre a numerosi collegamenti internazionali. Qui di seguito un dettaglio del sistema della mobilità dei singoli Comuni facenti parte del territorio di interesse. BITONTO: Da un punto di vista della mobilità e del trasporto, la viabilità territoriale è costituita da due sistemi principali quali l’autostrada A14, cha attraversa il territorio comunale a Nord in direzione SE-NO, a 3 km di distanza dal centro abitato, e la strada provinciale 231, ex ss 96 BariFoggia. Oltre alla rete stradale, sulla qual confluiscono i maggiori traffici, vi è una rete di strade provinciali che collegano Bitonto alle città limitrofe, queste sono la provinciale per Bari-Palese, S.Spirito, Giovinazzo, Molfetta, Palo del Colle, Palombaro e Mariotto, queste ultime due frazioni di Bitonto. Per ciò che concerne il sistema ferroviario, questo è costituito dalla ferrovia locale BariNord che collega Bari con Barletta, la cui stazione è sita nella zona Nord della città. TERLIZZI: Per quanto concerne la mobilità e i trasporti Terlizzi è situata a circa 30 km da Bari e dall’Aeroporto Bari/Palese ed è servita dall’A14 (uscita Molfetta), dalla SS 16 e dalla SP 231 (ex SS 98). La cittadinanza è inoltre servita dalla Ferrovia Bari Nord, sulla quale sono stati sostenuti interventi di ammodernamento (1 cavalcavia e 1 sottopasso; investimento di 7,5 Meuro). Sono previsti, altri interventi infrastrutturali volti al rafforzamento dei sistemi di trasporto collettivo, attualmente in concessione ad un’azienda privata. Il centro storico, ad oggi, è dotato di piste ciclabili e del sistema di bike sharing. GIOVINAZZO: Per ciò che riguarda le vie di comunicazione, Giovinazzo è situata a circa 15 dall’aeroporto Bari/Palese ed è servita dall’autostrada A14 (Uscita Bitonto) e principalmente dalla SS 16. Come per tutto il territorio del Nord Barese, i collegamenti paralleli alla costa sono efficienti, anche grazie all’orografia del terreno pressoché pianeggiante, mentre quelli perpendicolari ed in particolare quelli che collegano Giovinazzo a Bitonto e Terlizzi sono più scarsi. La cittadinanza è servita dalla linea ferroviaria Adriatica per la quale sono previsti interventi di potenziamento. BINETTO: La cittadina è collegata con il territorio per mezzo dell’autostrada A14 Bologna-Taranto, trovandosi a soli 10 km dal casello di Bari nord. Può essere facilmente raggiunta anche percorrendo la S.S n. 96 Barese, il cui tracciato si snoda soltanto a 4 km di distanza. E’ agevole anche il collegamento con la rete ferroviaria: la stazione di riferimento, lungo la linea Bari-Taranto, si trova infatti ad appena un chilometro di distanza. GRUMO APPULA: L’arteria principale di collegamento del Comune con il territorio circostante è rappresentata dall’autostrada A14 (casello autostradale di Bari Nord a 14 km di distanza, casello di Bari Sud a circa 15 km di distanza). I collegamenti pubblici che connettono la città al capoluogo sono erogati dalle Ferrovie Appulo Lucane. PALO DEL COLLE: La cittadina può essere facilmente raggiunta percorrendo la S.S. 96 Barese e dista soli 9 km dal casello di Bari nord, che immette sull’autostrada A14 Bologna-Taranto. La stazione ferroviaria di riferimento, lungo la linea Bari-Lecce, si trova a 3 km di distanza. MODUGNO: L’Autostrada A14 Bologna-Taranto (casello Bari Nord, uscita Modugno) permette di spostarsi velocemente nella Regione e arrivare fuori di essa. La Strada Statale 96 consente i collegamenti con l’interno della Regione, fino a Gravina. Modugno è servita inoltre dalle seguenti strade provinciali: SP1 per Bitetto, SP52 per Bitritto, SP54 per Bari-Palese e al suo aeroporto, SP231 (ex SS 98) per Bitonto e i comuni dell’entroterra sino a Cerignola, provinciale BariModugno, provinciale Carbonara-Modugno. Per le Ferrovie annoveriamo: la linea delle Ferrovie dello Stato con la stazione Modugno Città, della quale recentemente sono stati iniziati i lavori che consentiranno un raddoppio dei binari; la linea Bari – Matera delle Ferrovie Appulo Lucane, la Ferrovia Bari-Bitritto. In rapporto alla mobilità urbana va segnalata : la Linea automobilistica Bari-Matera delle Ferrovie Appulo Lucane; la Linea Miccolis, che consente un trasporto urbano (linea A e B) e verso l’ospedale San Paolo (linea C); l’Autobus della Ferrotramviaria S.p.a., che consentono collegamenti con Bari e Bitonto. Dai dati qui sopra riportati è evidente come l’area “Nuovo Fior d’Olivi” risulta essere in posizione strategica rispetto ai principali snodi infrastrutturali pugliesi, non solo dal punto di vista viario, quanto relativamente alla vicinanza dell’aeroporto Bari-Palese, ad oggi caratterizzato dalla presenza di “slot” di alcune fra le più importanti compagnie aeree anche low cost. A questo proposito, nell’ambito dei tavoli tecnici relativi allo sviluppo partecipato del piano strategico del turismo 2016-2025 “Puglia365”, Puglia Promozione ha evidenziato l’importanza di attività di co-marketing con Tour operator, strutture ricettive e servizi turistici del territorio al fine di rendere ancora più vendibile il prodotto “Puglia” su nuovi segmenti di prodotto (es. MICE – turismo congressuale), andando a valorizzare proprio i punti di snodo aeroportuali della regione. In merito all’organizzazione strutturale dell’area “Nuovo Fior d’Olivi”, e ai fini di una corretta analisi SWOT, si ritiene opportuno riportare gli interventi effettuati nell’ambito della Programmazione 2007-2013, tramite i fondi comunitari PO FESR, oltre che nell’ambito dell’attuazione del PSL del Gal Fior d’Olivi. Il territorio ha una grande valenza turistica anche grazie ai collegamenti, quindi presenta molte opportunità di crescita e sviluppo.

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